Pane con caciocavallo, pecorino, olive e pomodori secchi
Sabato Santo di moltissimi anni fa. Mi reco con alcuni amici a fare un giro a Piano di Sorrento, un ridente paesino della costiera sorrentina. Era una bellissima mattina di primavera e con i miei amici avevamo deciso di trascorrere qualche ora in giro per la cittadina.
Eravamo euforici e felicissimi, qualche giorno lontano dagli impegni e da dedicare a noi e quel sabato sanciva l'inizio delle vacanze pasquali. Vacanze cominciate in realtà il giovedì, ma il venerdì, per me, era un rito rimanere a casa e dare una mano a preparare il "mio" adorato casatiello.
Una bella passeggiata in costiera
Il sabato mattina, invece, era dedicato ad una passeggiata in costiera. Lungo l'autostrada, a tratti, si vedeva il mare scintillare sotto il sole e noi non vedevamo l'ora di tuffarci in quella bellezza.
Arrivammo a Piano di Sorrento, parcheggiamo la macchina e scendemmo pronti a viverci la giornata, ma bastarono pochi passi tra mandorli in fiore e mare scintillante a farci capire che quello che avrebbe reso memorabile la passeggiata non era il paesaggio.
In fondo andavamo spessissimo in costiera e il paesaggio lo conoscevamo a menadito.
Il profumo della festa
Ciò che rese la passeggiata indimenticabile, tant'è vero che sono passati molti anni e ancora ricordo quel momento, fu il profumo che si spandeva nell'aria. Un delizioso profumo di acqua di fiori d'arancio, ingrediente fondamentale della pastiera, e di casatiello. Sembrava che in ogni casa della cittadina i forni fossero stati impegnati a cuocere casatielli e pastiere per giorni e giorni.
Quel profumo così intenso era il simbolo della festa che stava per arrivare. Era il simbolo dell'alacrità delle persone che preparavano i piatti tipici per onorare la festività.
Non c'è festività pasquale che non ricordi quella giornata, quel profumo e quello che rappresentava. Un ricordo che mi da al contempo tanta gioia, ma anche tanta tristezza pensando alle persone con le quali condividevo quelle giornate e a qualcuna che non c'è più.
Bando alla tristezza, al lavoro!
Ma il mio motto, da anni, dopo aver visto il film omonimo è: Mosca non crede alle lacrime, che nel corso degli anni è diventato: Mosca non crede alle lacrime e nemmeno Napoli, al quale poi ho aggiunto e neanche Milano. Quindi Mosca non crede alle lacrime, nemmeno Napoli e neanche Milano, quindi bando alle Geremiadi che c'è una ricetta, lunga, da raccontare e da fare.
La ricetta è un pane pasquale ispirato dal mio amato casatiello. In pratica ho fatto un pane condito con caciocavallo, pecorino, olive, pomodori secchi e pepe, tanto pepe. L'impasto l'ho lavorato col metodo delle pieghe e in ogni piega ho inserito i vari ingredienti, l'ho fatto lievitare nel cestino e l'ho cotto in forno. L'ho proposto con un'insalata e verdure grigliate ed è piaciuto moltissimo.
Pane con caciocavallo, pecorino, olive e pomodori secchi
tempo di preparazione: 50 minuti
tempo di cottura: 30 minuti
difficoltà: media
ingredienti per 1 pagnotta:
200 g di farina 00 W 280
200 g di farina semi integrale 1
50 g di semola rimacinata, più un po'
50 g di caciocavallo
20 g di pecorino romano
30 g di olive verdi snocciolate
25 g di pomodori secchi
4 g di lievito di birra fresco
20 g di olio extravergine di oliva
280 g di acqua
pepe
5 g di sale
Setacciate le farine in una ciotola, aggiungete il sale e il lievito di birra sbriciolato.
Versate metà dell'acqua sulle farine e cominciate ad impastare, poi aggiungete mano a mano il resto. Impastate fino a quando i liquidi sono stati assorbiti dalle farine, poi versate l'impasto su una spianatoia leggermente spolverata di semola e continuate ad impastare per una decina di minuti per dare forza all'impasto.
Infine aggiungete poco alla volta l'olio evo e fatelo assorbire, impastate ancora per qualche minuto. Pirlate l'impasto e ponetelo in una ciotola capiente, coprite con la pellicola e fate lievitare per 20 minuti.
Intanto tagliate a dadini piccoli i formaggi e a listarelle i pomodori secchi e tenete da parte.
Trascorsi i 20 minuti procedete come riportato qui, tenendo presente che nei primi 2 giri di pieghe dovete inserire la metà degli ingredienti e aromatizzare con pepe nero. Nel terzo giro di pieghe cospargete la superficie di pepe nero.
Al termine di ogni giro di piega riponetelo nella ciotola con la piega rivolta verso il basso.
Dopo l'ultimo giro fate lievitare ancora per 20 minuti in ciotola, poi versatelo sulla spianatoia spolverata di semola e lavoratelo fino a formare un salsiciotto, poi riponetelo in un cestino ovale cosparso di farina. Coprite con la pellicola e fate lievitare per 1 ora.
Trascorso questo tempo versatelo su una teglia ricoperta di carta forno spolverata di semola e fate cuocere in forno preriscaldato a 240° per 10 minuti e a 200° per altri 20 minuti.
Fatelo raffreddare e poi portatelo in tavola.
Buona Pasqua a tutti!

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