Happy New Year!
In una baita in montagna, o in campagna in una cascina, passeggiando tra la neve o riscaldati dal fuoco scoppiettante di un camino, sorseggiando vino, champagne, spumante, caffè, vin brulè o tè, a chi mi segue sempre, a chi saltuariamente o a chi è capitato qui per caso, semplicemente:
Happy Christmas!
"Con l'aiuto di Nicole, Rosemary comprò due vestiti e due cappelli e quattro paia di scarpe con il proprio denaro. Nicole, comprò da un elenco lungo due pagine, e comprò anche ciò che c'era in vetrina. Tutto quello che le piaceva e che lei stessa non avrebbe potuto usare, lo comprò per farne un regalo ad un'amica.
Comprò collane di perline colorate, cuscini da spiaggia pieghevoli, fiori artificiali, miele, un letto per gli ospiti, borse, sciarpe, pappagallini, miniature per la casa della bambola e tre metri di un tipo nuovo di stoffa color gamberotto.
Acquistò una dozzina di costumi da bagno, un alligatore di gomma, un gioco degli scacchi da viaggio in oro e avorio, grandi fazzoletti di lino per Abe, due giacche di camoscio, color blu martin pescatore e sottobosco acceso di Hermes."
Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte.
Ecco, io non ho acquistato tutto questo. Non ne avrei avuto la pazienza e nemmeno il tempo. E comunque non mi piacciono i fiori artificiali, i pappagallini li lascio nel loro habitat, non mi serve un letto per gli ospiti, non amo le collane di perle colorate.
Le giacche di Hermes, quelle si le avrei comprate, anche color blu martin pescatore e sottobosco acceso, ma non di camoscio.
Però i regali di Natale, molto pochi per la verità li ho acquistati. Un CD dei Beatles, Live at BBC. Il libro di Paul McCartney Le verità di Paul, una sciarpa (bellissima) di cachemire, qualche sacchetto di tè in foglie e poco altro.
Al ritorno a casa, stanca ed infreddolita, ho subito preparato il tè.
Caldo e profumatissimo, un delizioso Oolong, in un attimo mi ha riconciliato con la folla, il freddo e il caos.
Caldo e profumatissimo, un delizioso Oolong, in un attimo mi ha riconciliato con la folla, il freddo e il caos.
Con questa deliziosa tazza di tè, tra pacchetti e biglietti di auguri, vi auguro un gioioso e sereno Natale.
Auguri!!!
Penne ai ceci con crema di zucca, semi di zucca e lino, pinoli e nocciole
Quest'autunno la mia cucina è stata in sintonia con la stagione e il mio umore. Piatti colorati, colori forti, accessi, caldi, in una parola i colori autunnali. Inoltre, piatti ricchi di verdure, semi, frutta secca, molto leggeri e semplici.
La semplicità mi caratterizza da sempre, ma adesso, avendo eliminato una serie di alimenti, la semplicità è diventata molto creativa e nel contempo molto stimolante. Pensare e realizzare piatti non elaborati, leggeri, ma golosi è una bella sfida che stimola ed incentiva.
Questo che vi presento oggi è stato molto apprezzato e mi ha dato molte soddisfazioni. Sfogliando una rivista veg, vedo la pubblicità di due tipi di pasta, una con i semi di lino e l'altra con i ceci.
Le cose nuove mi interessano sempre, queste paste in modo particolare. Al supermercato dove vado di solito, le trovo entrambe e le prendo. Quella con i semi di lino la condisco con un semplice sugo al pomodoro (siamo a fine settembre), nel frattempo ci sono una serie di imprevisti ed accantono quella con i ceci, in attesa di un'idea, tempo e calma per realizzarla.
Il tempo e la calma arriva e con loro l'idea. Zucca. Una bellissima zucchetta, acquistata al mercato (insieme ad un altro paio) con l'intento prima di fotografarle e poi, of course! cucinarle e mangiarle.
Una l'ho tagliata a fette (pesava all'incirca 650 g.), senza privarla della buccia, e metà l'ho cotta al vapore, frullata con olio extravergine novello, un paio di rametti di timo e una manciata di pinoli tostati. Ho tenuto da parte un paio di fette di zucca che ho tagliato a dadini e tostato nella padella molto calda. Ho condito le penne ai ceci (zucca e ceci è un binomio che adoro), con la crema di zucca e aromatizzato con semi di zucca e pinoli tostati in padella, nocciole tostate in forno, semi di lino, timo e rosmarino.
Delizioso. Un piatto realizzato soltanto con verdure, semi e frutta secca ma molto goloso e ricco di sapore. Peraltro, i semi sono ricchi di proteine.
L'ho rifatto diverse volte, ed adesso è in lizza come piatto da preparare per Natale.
Penne ai ceci con crema di zucca, semi di zucca e lino, pinoli e nocciole
ingredienti per 2 persone:
180 g. di penne ai ceci,
350 g. di zucca mantovana,
una manciata di pinoli e nocciole,
una manciata di semi di zucca e lino,
erbe aromatiche (timo e rosmarino)
olio extravergine di oliva, preferibilmente novello,
sale.
Lavate bene la zucca, asciugatela, tagliatela a fette sottili, ponetela sulla griglia per la cottura a vapore, coprite col coperchio e fate cuocere per circa 10/15 minuti, o fino a quando è morbida.
Intanto tostate in padella i pinoli e i semi di zucca, tostate in forno le nocciole e tritatele.
Tenete da parte un paio di fettine di zucca e private le altre della scorza, ponete la polpa in un recipiente, unite metà dei pinoli, un pizzico di sale, un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva, un paio di cucchiai dell'acqua di cottura del vapore, qualche foglia di timo e frullate.
Mentre lessate la pasta, tagliate le fettine di zucca tenute da parte, tagliatele a dadini e fatele saltare in padella.
Condite la pasta con la crema di zucca, completate con i dadini di zucca, i semi, le nocciole e le erbe aromatiche.
Dolcetti al limone con yogurt, mela e uvetta
In questi giorni sto leggendo un libro di una scrittrice americana, scoperta per caso mentre ero in biblioteca e cercavo qualche libro che mi stimolasse, uno scrittore che ancora non conoscevo, qualcosa che lasciasse il segno.
Prendi un libro, guardane un altro, mi capita tra le mani un libro di Julia Glass, I dolci ingredienti del destino. Il titolo mi sembrava banale e scontato, la copertina lasciava presumere il solito romanzetto rosa ben confezionato e la trama (di solito non la leggo, mi piace scoprire piano piano la storia) riassunta nella terza di copertina mi sembrava il sunto del titolo e della fotografia. In una sola parola: melensa. Però, qualcosa mi attirava, volevo un nuovo autore e leggendo il titolo in inglese: The whole world over comincia a stuzzicarmi. Ma cosa c'entra The whole world over con i dolci ingredienti del destino? Bah!
Approfondendo meglio, leggo che col libro d'esordio (disponibile in un'altra sede della biblioteca) Tre volte giugno, Julia Glass aveva vinto il prestigioso National Book Award, onore spettato anche a Jonathan Franzen con Le correzioni (e chi legge il mio blog sa quanto abbia amato quel libro e il successivo Libertà .)
Okkei, è fatta. Prendo in prestito il libro e inizio a leggerlo. Bellissimo. Coinvolgente. Scritto benissimo. Pieno di umanità . Una storia corale che si svolge tra New York e il New Mexico.
Ho amato la maggior parte dei personaggi e dopo averlo letto, come mi succede per i libri che amo davvero molto, ho aspettato molti giorni prima di cominciarne un altro, ovvero Tre volte giugno, nel frattempo prenotato in biblioteca e già in attesa di essere letto.
Se I dolci ingredienti del destino (insisto, un titolo orribile e che non rende giustizia al libro) mi era piaciuto, Tre volte giugno mi ha folgorata. E' la storia di una famiglia scozzese e nello specifico del figlio maggiore, trasferitosi a New York, che si svolge nell'arco di un decennio.
La trama è bella, interessante, coinvolgente, ma se non si sceglie un libro per la copertina, non si sceglie nemmeno per la trama, altrimenti ci leggiamo Sophie Kinsella. :-)
Tre volte giugno è un affresco. Il libro è permeato da una grande compassione e un forte senso etico. Ma è anche un libro intriso di dolore e nel contempo di vita.
Terminata la lettura, ci ho messo diverse settimane per decidere di leggere altro, il libro mi aveva colpito profondamente e volevo continuare a pensare, meditare su quanto letto.
Poi, ho letto ancora un altro libro di Julia Glass, Quanti giorni dopo di lei che mi è piaciuto ma non quanto gli altri, soprattutto non quanto Tre volte giugno.
Intanto ho letto che stavano per pubblicare in Italia il suo quarto libro e nel frattempo ho comprato I dolci ingredienti del destino e Tre volte giugno.
Qualche giorno fa ho comprato ed iniziato a leggere il suo ultimo libro L'oscura sacralità della notte e sono piena di perplessità .
Il libro è bello, scritto bene, i personaggi sono ricchi, ma tutto mi sembra più fioco, meno intenso. Decisamente in tutto meno degli altri.
Quello che mi lascia perplessa è che la storia in un certo qual modo completa Tre volte giugno. Quello che era stato lasciato indefinito, qui viene chiarito. E' come se la storia fosse narrata da un altro punto di vista, quello della famiglia del coprotagonista.
E questo in fondo in fondo non mi piace. Non mi piace perché se nella vita personale amo la chiarezza e non mi piace lasciare le cose indefinite, la vita è indefinita. Molte cose lo sono. Per quanto possiamo volere chiarezza e definizione, ci sono eventi che ci sfuggono e restano un po' così. In un limbo. E solo nei romanzetti c'è una definizione di ogni evento, ogni dettaglio.
Nei buoni romanzi, molte cose restano leggermente vaghe, e in quella leggera vaghezza, indeterminatezza, il lettore trova lo spazio per meditare, pensare etc etc.
Comunque sono arrivata a più di metà del libro e poi vi dirò.
Intanto tra una lettura e l'altra, e tra una cosa e l'altra da queste parti si continua a mangiare e a cucinare.
E soprattutto si continua a bere tè, buon tè, e contrariamente alle mie abitudini, il buon tè, stavolta l'ho accompagnato con dei dolcetti, semplici semplici, yogurt, uva passa e mele.
Leggeri e golosi, si abbinavano alla perfezione allo Snow Chrysanthemum un tè molto morbido e naturalmente dolce.
Dolcetti al limone con yogurt, mela e uvetta
200 g. di farina 00, oiù un po'
30 g. di germe di grano,
2 uova,
150 g. di yogurt,
1/2 mela annurca,
30 g. di miele al mandarino,
la scorza e il succo di un limone bio,
un cucchiaio di uva passa,
16 g. di lievito per dolci,
3 cucchiai di olio extravergine di oliva, più un po'
un pizzico di sale.
Montate a neve ferma uova, miele e sale. Aggiungete lo yogurt, il succo di limone e l'olio e continuate a montare. Con movimenti fluidi s delicati e dal basso verso l'alto aggiungete la farina, un cucchiaio alla volta, alternandola con la mela precedentemente tagliata a pezzettini e l'uvetta precedentemente ammollata.
Mescolate delicatamente e ponete l'impasto in uno stampo da muffin, precedentemente oliato e cosparso di farina.
Ponete lo stampo nel forno a 180° e lasciate cuocere per circa 25 minuti. Come sempre vale la prova stecchino.
Carote colorate, finocchi e cipolle al vapore
La ricetta è davvero semplice, ma è l'espressione di quello che sta diventando mano a mano il mio modo di alimentarmi. Mi verrebbe da scrivere più naturale, sano, genuino, ma in realtà ho sempre mangiato considerando attentamente questi fattori.