Tra l'altro a Milano la primavera non è ancora arrivata, le temperature sono sicuramente più alte, ma una pioggerellina persiste e un'arietta grigia, quasi autunnale, di tanto in tanto fa capolino.
Quindi, verdure quali radicchio, broccoli, cime di rapa e affini, continuo a mangiarle.
Siete alla ricerca di una ricetta che vi faccia passare un bel pò di ore in cucina? Diciamo quasi tutta la domenica mattina? Allora il sartù di riso è proprio quello che fa per voi.
Io, proprio per non stare in ozio, tra una fase e l'altra, ho pensato di fare anche il pane, ma diciamo che la mia idea non è stata il massimo della saggezza: a fine mattinata ero stanchissima.
Ma soddisfatta, il sartù era buonissimo e il pane, proprio come volevo io.
Tutto questo, ovviamente, qualche domenica fa, ora come sapete, sono a riposo...
Io, proprio per non stare in ozio, tra una fase e l'altra, ho pensato di fare anche il pane, ma diciamo che la mia idea non è stata il massimo della saggezza: a fine mattinata ero stanchissima.
Ma soddisfatta, il sartù era buonissimo e il pane, proprio come volevo io.
Tutto questo, ovviamente, qualche domenica fa, ora come sapete, sono a riposo...
Come prima cosa vi ringrazio tutti, siete stati molto gentili e carini. I vostri commenti mi hanno tirato su il morale!!!
Grazie davvero!
Inoltro ringrazio Lady Boheme e Max per il premio Dolcezza di Primavera.
Oggi, benchè ancora a casa, ma è inutile specificarlo, per almeno 6 - 7 giorni devo essere a riposo, sono molto contenta: negli Stati Uniti è passata la riforma sanitaria e, senza entrare nei meriti di tutta la riforma, adesso un'ampia fetta della popolazione potrà usufruire di prestazioni sanitarie, altrimenti negate.
Obama, come ho letto su diversi giornali on line, è riuscito laddove avevano fallito altri presidenti americani.
Io credo che la civiltà di un popolo si misuri da queste cose, e la sanità e la salute devono essere un diritto di tutti, non soltanto delle persone ricche o benestanti.
Ritengo che la sanità debba essere eccellente e accessibile a tutti.
Grazie davvero!
Inoltro ringrazio Lady Boheme e Max per il premio Dolcezza di Primavera.
Oggi, benchè ancora a casa, ma è inutile specificarlo, per almeno 6 - 7 giorni devo essere a riposo, sono molto contenta: negli Stati Uniti è passata la riforma sanitaria e, senza entrare nei meriti di tutta la riforma, adesso un'ampia fetta della popolazione potrà usufruire di prestazioni sanitarie, altrimenti negate.
Obama, come ho letto su diversi giornali on line, è riuscito laddove avevano fallito altri presidenti americani.
Io credo che la civiltà di un popolo si misuri da queste cose, e la sanità e la salute devono essere un diritto di tutti, non soltanto delle persone ricche o benestanti.
Ritengo che la sanità debba essere eccellente e accessibile a tutti.
In questi giorni un noioso, e doloroso, stiramento muscolare mi ha tenuta lontana dal blog.
Oggi, l'ortopedico mi ha diagnosticato una sorta di lacerazione del muscolo, con tanto di bendaggio e prescrizione di riposo, per almeno un'altra settimana.
Che noia! E' vero che se ben utilizzato l'ozio può risultare molto creativo.
E' vero che mi piace leggere, e finalmente, ho un po' di tempo per farlo tranquillamente, bevendo il tè senza dover sempre correre.
Però, è altrettanto vero che stare tanti giorni fermi non è piacevole, il dolore è insistente, e la voglia di fare qualcosa, una passeggiata, cucinare, esplode e sta diventando incontenibile.
Oggi, l'ortopedico mi ha diagnosticato una sorta di lacerazione del muscolo, con tanto di bendaggio e prescrizione di riposo, per almeno un'altra settimana.
Che noia! E' vero che se ben utilizzato l'ozio può risultare molto creativo.
E' vero che mi piace leggere, e finalmente, ho un po' di tempo per farlo tranquillamente, bevendo il tè senza dover sempre correre.
Però, è altrettanto vero che stare tanti giorni fermi non è piacevole, il dolore è insistente, e la voglia di fare qualcosa, una passeggiata, cucinare, esplode e sta diventando incontenibile.
In questi giorni un pò, veramente un bel pò, di problemi, non mi hanno consentito di aggiornare il blog.
Ora ho deciso di regalarmi un attimo di calma, ho sospeso la lettura del libro in corso, e ho pensato di dedicarmi un pò al blog.
Questa ricetta l'ho preparata qualche tempo fà, ed è un altro grande, meraviglioso, classico della cucina regionale italiana.
I fagioli all'uccelletto, infatti, sono un pò, a detta di alcuni miei amici toscani, l'emblema di questa regione.
A me piacciono moltissimo e nel corso degli anni ho sperimentato diverse ricette, fino a quando ho trovato questa su un libro del Corriere della Sera, dedicato alla cucina regionale della Toscana. I suddetti amici, pur avendo rivolto alcune critiche a qualche ricetta presente nel manuale, hanno, invece, approvato, e apprezzata questa dei fagioli all'uccelletto.
In questo caso ho apportato solo due modifiche, ho sostituito il burro, suggerito dalla ricetta con l'olio extravergine di oliva, per due motivi.
Il primo, è come sempre per motivi salutistici. Laddove è possibile sostituire il burro con l'olio, lo faccio sempre più che volentieri.
Il secondo motivo è scontato, oserei dire banale. Se la Toscana è una delle regioni famose nel mondo per la produzione di meravigliosi oli extravergine, perchè utilizzare il burro, per una preparazione tipica?
Inoltre, invece della passata di pomodoro, ho utilizzato i pomodori pelati, perchè ne avevo un barattolo aperto in frigorifero e volevo consumarlo.
Ora ho deciso di regalarmi un attimo di calma, ho sospeso la lettura del libro in corso, e ho pensato di dedicarmi un pò al blog.
Questa ricetta l'ho preparata qualche tempo fà, ed è un altro grande, meraviglioso, classico della cucina regionale italiana.
I fagioli all'uccelletto, infatti, sono un pò, a detta di alcuni miei amici toscani, l'emblema di questa regione.
A me piacciono moltissimo e nel corso degli anni ho sperimentato diverse ricette, fino a quando ho trovato questa su un libro del Corriere della Sera, dedicato alla cucina regionale della Toscana. I suddetti amici, pur avendo rivolto alcune critiche a qualche ricetta presente nel manuale, hanno, invece, approvato, e apprezzata questa dei fagioli all'uccelletto.
In questo caso ho apportato solo due modifiche, ho sostituito il burro, suggerito dalla ricetta con l'olio extravergine di oliva, per due motivi.
Il primo, è come sempre per motivi salutistici. Laddove è possibile sostituire il burro con l'olio, lo faccio sempre più che volentieri.
Il secondo motivo è scontato, oserei dire banale. Se la Toscana è una delle regioni famose nel mondo per la produzione di meravigliosi oli extravergine, perchè utilizzare il burro, per una preparazione tipica?
Inoltre, invece della passata di pomodoro, ho utilizzato i pomodori pelati, perchè ne avevo un barattolo aperto in frigorifero e volevo consumarlo.
Inoltre ho abbinato, anche perchè volevo fare la "scarpetta", del pane leggermente tostato.
Boris Pasternak, il celeberrimo autore de Il dottor Zivago, fu a lungo perseguitato dal regime sovietico, proprio per aver scritto questo libro, struggente e bellissimo.
Questo libro, estremamente autobiografico, raccontava anche i lati più oscuri della rivoluzione di ottobre.
Per questo motivo, fu inviso al regime sovietico, che ne proibì la pubblicazione.
In occidente, invece il libro ebbe ampia diffusione e in Italia fu pubblicato grazie alla casa editrice Feltrinelli.
In seguito il libro vinse il premio Nobel per la letteratura, premio che Pasternak non potè ritirare.
Soltanto dopo le riforme volute da Gorbaciov, circa trent'anni dopo, il figlio di Pasternak, Eugeni, potè ritirare il premio.
Questo libro è uscito in edizione originale, insieme ad altri nove tra cui il mio amatissimo Altri libertini di P.V. Tondelli, ma questa è un'altra storia, o meglio un altro libro, nel cinquantesimo anno di fondazione della casa editrice.
Perchè scrivo tutto questo? Non per parlare di politica, totalitarismi, dittature e varie.
Ma perchè, domenica al telegiornale, in un servizio, hanno fatto vedere un gruppo di persone, che in maniera del tutto pacifica, a L'Aquila, hanno scavalcato le transenne per liberare la città dalle macerie e ridare un aspetto civile alla loro città.
E dalle macerie, una ragazza ha estratto un libro, ed emozionata l'ha mostrato alle telecamere.
Questo libro, che, seppure malridotto, ha resistito al terremoto, e a tutti i dissesti del caso, è Il dottor Zivago.
Sono sincera, sarà che amo molto la letteratura, sarà che amo molto questo libro, anche se la sua lettura mi provoca sempre molto dolore, quando ho visto tra le mani di quella ragazza Il dottor Zivago, mi è venuto un groppo alla gola, e mi è sembrato una sorta di, non so come definirla, magia? giustizia? chiusura del cerchio? che questo libro, dalla vita così travagliata sia rimasto tanti mesi sotto le macerie, e sia stato estratto.
Tutto questo, ovviamente, non c'entra niente con la ricetta odierna. Ma mi ha talmente colpito che il libro estratto sia stato proprio questo, che ho sentito il bisogno di scriverne.
La ricetta, comunque è molto semplice, direi essenziale e rigorosa.
Ma nella sua essenzialità molto buona e gustosa.
Proprio per la semplicità della cottura, è necessario che la materia prima sia di ottima qualità.
L'orata l'ho cotta al vapore, profumando l'acqua con un tè cinese pregiato il Lu An Gua Pian, e col sedano e le carote ho preparato una brunoise, dadolata, di verdure, che ho sbollentato per pochissimi minuti, affinchè mantenessero la loro croccantezza.
Il tè ha conferito al pesce un aroma leggero e delicato.
Ho condito il tutto con un olio extravergine di oliva ligure, di olive taggiasche, e soltanto i filetti di orata li ho insaporiti col sale rosa dell'Himalaya, un sale proveniente dal Punjab pakistano.
Ricco di sali minerali, enfatizza i sapori del cibo, senza coprirli.
Una cena leggera, equilibrata, saporita.
Orata al vapore con brunoise di verdure
Ingredienti per due persone
un'orata di circa 850 g.
tre carote medie,
un paio di coste di sedano,
olio extravergine di oliva,
3 g. di tè verde Lu An Gua Pian,
sale rosa dell'Himalaya,
sale.
Ricavate dall'orata due filetti. In una pentola ponete le foglie di tè, e due - tre dita di acqua, il cestello della vaporiera, coprite, fate raggiungere l'ebollizione e fate passare 4 - 5 minuti perchè l'acqua si insaporisca.
Intato lavate e pelate la carota, lavate il sedano, asciugate entrambe le verdure e tritatele a coltello, sbollentatele in acqua leggermente salata, e ponetele in un colino a sgocciolare.
Intanto cuocete i filetti di orata, un paio di minuti per lato.
In un piatto adagiate un filetto, con un coppapasta ponete le verdure, sfilatelo delicatamente, condite l'orata e le verdure con un filo d'olio e insaporite l'orata con qualche grano di sale pestato nel mortaio.
Ho abbinato un vino bianco un Verduzzo veneto, e anche il tè cinese Lu An Gua Pian
Questo libro, estremamente autobiografico, raccontava anche i lati più oscuri della rivoluzione di ottobre.
Per questo motivo, fu inviso al regime sovietico, che ne proibì la pubblicazione.
In occidente, invece il libro ebbe ampia diffusione e in Italia fu pubblicato grazie alla casa editrice Feltrinelli.
In seguito il libro vinse il premio Nobel per la letteratura, premio che Pasternak non potè ritirare.
Soltanto dopo le riforme volute da Gorbaciov, circa trent'anni dopo, il figlio di Pasternak, Eugeni, potè ritirare il premio.
Questo libro è uscito in edizione originale, insieme ad altri nove tra cui il mio amatissimo Altri libertini di P.V. Tondelli, ma questa è un'altra storia, o meglio un altro libro, nel cinquantesimo anno di fondazione della casa editrice.
Perchè scrivo tutto questo? Non per parlare di politica, totalitarismi, dittature e varie.
Ma perchè, domenica al telegiornale, in un servizio, hanno fatto vedere un gruppo di persone, che in maniera del tutto pacifica, a L'Aquila, hanno scavalcato le transenne per liberare la città dalle macerie e ridare un aspetto civile alla loro città.
E dalle macerie, una ragazza ha estratto un libro, ed emozionata l'ha mostrato alle telecamere.
Questo libro, che, seppure malridotto, ha resistito al terremoto, e a tutti i dissesti del caso, è Il dottor Zivago.
Sono sincera, sarà che amo molto la letteratura, sarà che amo molto questo libro, anche se la sua lettura mi provoca sempre molto dolore, quando ho visto tra le mani di quella ragazza Il dottor Zivago, mi è venuto un groppo alla gola, e mi è sembrato una sorta di, non so come definirla, magia? giustizia? chiusura del cerchio? che questo libro, dalla vita così travagliata sia rimasto tanti mesi sotto le macerie, e sia stato estratto.
Tutto questo, ovviamente, non c'entra niente con la ricetta odierna. Ma mi ha talmente colpito che il libro estratto sia stato proprio questo, che ho sentito il bisogno di scriverne.
La ricetta, comunque è molto semplice, direi essenziale e rigorosa.
Ma nella sua essenzialità molto buona e gustosa.
Proprio per la semplicità della cottura, è necessario che la materia prima sia di ottima qualità.
L'orata l'ho cotta al vapore, profumando l'acqua con un tè cinese pregiato il Lu An Gua Pian, e col sedano e le carote ho preparato una brunoise, dadolata, di verdure, che ho sbollentato per pochissimi minuti, affinchè mantenessero la loro croccantezza.
Il tè ha conferito al pesce un aroma leggero e delicato.
Ho condito il tutto con un olio extravergine di oliva ligure, di olive taggiasche, e soltanto i filetti di orata li ho insaporiti col sale rosa dell'Himalaya, un sale proveniente dal Punjab pakistano.
Ricco di sali minerali, enfatizza i sapori del cibo, senza coprirli.
Una cena leggera, equilibrata, saporita.
Orata al vapore con brunoise di verdure
Ingredienti per due persone
un'orata di circa 850 g.
tre carote medie,
un paio di coste di sedano,
olio extravergine di oliva,
3 g. di tè verde Lu An Gua Pian,
sale rosa dell'Himalaya,
sale.
Ricavate dall'orata due filetti. In una pentola ponete le foglie di tè, e due - tre dita di acqua, il cestello della vaporiera, coprite, fate raggiungere l'ebollizione e fate passare 4 - 5 minuti perchè l'acqua si insaporisca.
Intato lavate e pelate la carota, lavate il sedano, asciugate entrambe le verdure e tritatele a coltello, sbollentatele in acqua leggermente salata, e ponetele in un colino a sgocciolare.
Intanto cuocete i filetti di orata, un paio di minuti per lato.
In un piatto adagiate un filetto, con un coppapasta ponete le verdure, sfilatelo delicatamente, condite l'orata e le verdure con un filo d'olio e insaporite l'orata con qualche grano di sale pestato nel mortaio.
Ho abbinato un vino bianco un Verduzzo veneto, e anche il tè cinese Lu An Gua Pian
Come sempre è si è svolta presso la Scuola de La Cucina Italiana.
La relatrice, Sig.ra Barbara Sighieri, de La Teiera eclettica, ci ha portati nel variegato mondo dei tè oolong.
Questi tè, chiamati anche wu long, ovvero "Drago nero", sono dei tè semifermentati.
Quindi tè, nei quali il processo di fermentazione, tipico dei tè neri, viene interrotto.
A seconda del grado di fermentazione i tè oolong possono essere avere caratteristiche dei tè verdi, o di quelli neri.
Minore è la percentuale di fermentazione, maggiore è la somiglianza con i tè verdi, sia a livello di sapore che di proprietà.
I tè oolong sono principalmente coltivati in Cina, e nell'isola di Taiwan.
A Taiwan, l'antica Formosa, secondo la denominazione portoghese, si sono avvicendate varie coltivazioni di tè, fino a quando, sono diventati esperti nella coltivazione dei tè oolong.
In Cina i tè oolong vengono coltivati principalmente nel Fujian.
Solitamente i tè oolong cinese presentano un grado di fermentazione intorno al 12 -15%, mentre quelli taiwanesi possono arrivare anche all'80%.
Questi tè sono molto profumati, e a causa del processo di semifermentazione presentano un aroma persistente, e un gusto morbido.
Credo che, se piacciono le uova, non ci sia niente di più buono di una frittata, semplice, o ripiena non fa differenza, il suo sapore, la sua bontà sono indiscutibili.
In passato le mangiavo molto più spesso, poi, un pò per evitare un forte consumo di uova, già utilizzate per i dolci o la pasta all'uovo, un pò per evitare fritture, ho finito col farle sempre meno, o al massimo al forno, che, comunque, non è la stessa cosa.
Altrimenti perchè si chiamerebbe frittata?
Poi ho letto su La Cucina Italiana di gennio di quest'anno, questa ricettina, facilissima, velocissima e stuzzicante, e così l'ho preparata.
Sarà che i sapori semplici sono i migliori, ma accompagnata ad un buon pane, è stato un secondo rustico, ma buonissimo.
In passato le mangiavo molto più spesso, poi, un pò per evitare un forte consumo di uova, già utilizzate per i dolci o la pasta all'uovo, un pò per evitare fritture, ho finito col farle sempre meno, o al massimo al forno, che, comunque, non è la stessa cosa.
Altrimenti perchè si chiamerebbe frittata?
Poi ho letto su La Cucina Italiana di gennio di quest'anno, questa ricettina, facilissima, velocissima e stuzzicante, e così l'ho preparata.
Sarà che i sapori semplici sono i migliori, ma accompagnata ad un buon pane, è stato un secondo rustico, ma buonissimo.
Da cosa nasce una passione? Credo da tante cose. Da una curiosità innata. Dalla voglia di esplorare nuovi campi. Dai riferimenti culturali. Da quello che ti viene trasmesso durante la tua crescita. Dalla lettura di un libro. Dalla visione di un film. E potrei continuare a lungo.
Per il tè, nel mio caso, sono state un pò tutte queste cose messe insieme. Nel corso della mia vita universitaria, il tè ha rappresentato la bevanda d'elezione. Era quello che bevevo con i colleghi, durante le pause pranzo, veloci e sempre molto concitate. Quel tè, mi concedeva un attimo di pace, e mi ricaricava per i corsi, o le esercitazioni del pomeriggio.
Se non andavo all'Università per seguire corsi e/o per studiare con i colleghi, il tè rappresentava la pausa di metà mattina e del pomeriggio.
E poi la letteratura russa, dove in tutti i libri, il rito del tè, il Samovar in ebollizione, l'usanza della zolletta di zucchero presa prima di bere il tè è quasi sempre descritto.
E la letteratura francese, Proust e Balzac in testa.
Per il tè, nel mio caso, sono state un pò tutte queste cose messe insieme. Nel corso della mia vita universitaria, il tè ha rappresentato la bevanda d'elezione. Era quello che bevevo con i colleghi, durante le pause pranzo, veloci e sempre molto concitate. Quel tè, mi concedeva un attimo di pace, e mi ricaricava per i corsi, o le esercitazioni del pomeriggio.
Se non andavo all'Università per seguire corsi e/o per studiare con i colleghi, il tè rappresentava la pausa di metà mattina e del pomeriggio.
E poi la letteratura russa, dove in tutti i libri, il rito del tè, il Samovar in ebollizione, l'usanza della zolletta di zucchero presa prima di bere il tè è quasi sempre descritto.
E la letteratura francese, Proust e Balzac in testa.