In un post recente, vi ho raccontato della bellissima cena a base di tè, alla quale ho partecipato presso la Scuola de La Cucina Italiana.
Oggi con enorme gioia e soddisfazione una mia amica, mi ha informata che il blog de la Scuola de La Cucina Italiana, mi ha dedicato un post.
Da grande appassionata delle iniziative della Scuola, il loro riconoscimento, mi ha resa molto felice.
Oggi con enorme gioia e soddisfazione una mia amica, mi ha informata che il blog de la Scuola de La Cucina Italiana, mi ha dedicato un post.
Da grande appassionata delle iniziative della Scuola, il loro riconoscimento, mi ha resa molto felice.
Un'idea semplice per risolvere una cena veloce, o con l'aggiunta di una portata di verdure e un dessert, un pranzo leggero.
Nel mio caso, un pranzo rapido, preparato solo per me.
Una frittata realizzata aggiungendo alle uova, oltre il parmigiano reggiano grattugiato e il latte, che conferisce delicatezza e cremosità, anche i semi di papavero e di sesamo.
Credo sia superfluo scrivere della ricchezza gastronomica del nostro paese.
Non c'è regione, città, perfino paese, che non offra un suo piatto caratteristico, un formaggio tipico, un vino ben strutturato nel territorio.
Di questo dobbiamo ringraziare chi, tenacemente, decide di voler preservare la memoria del suo paese, della sua gente, grazie ad un formaggio, un vino, un salume.
Perchè il cibo non è soltanto ciò che mangiamo e che allieta le nostre tavole, ma soprattutto cultura, tradizione.
Il cibo rappresenta le nostre radici.
Un esempio è il pranzo o il cenone della vigilia di Natale, io abito a Milano, una città ricca di eventi, di cose da fare, ma anche una città dove ogni giorno ci si confronta con persone provenienti da regioni diverse, città diverse e se, su tante cose, siamo uniti, quando si parla di cibo, soprattutto legato alle occasioni particolari, quali le festività, allora c'è una netta frammentazione, sia chiaro, positiva ed interessante.
La Scuola de La Cucina Italiana, oltre ad organizzare corsi e degustazioni di tè, spesso organizza le cosidette "Serate a tema".
Queste serate sono delle autentiche cene, guidate da un leit motiv.
Io ho partecipato a diverse di queste, memorabile quella sui formaggi spagnoli.
Recentemente la "Serata a tema" era dedicata ad una delle mie grandi passioni: il tè come ingrediente di alcune ricette classiche, appartenenti alla nostra cultura gastronomica.
Duplice ci risiamo: ho rifatto la frittata di porri, e ho cambiato la ricetta. Ma è più forte di me, non riesco ad attenermi alle ricette, parto piena di buone intenzioni, con l'idea di replicare proprio quel sapore, quell'aroma e poi lungo la strada si accende una luce e comincio con i miei: "...e se...?".
...di fine estate, in frigorifero ti aspettano i petti di pollo, hai lavorato tutta la giornata e desideri una doccia, bere il tè, caldo, of course!, leggere il libro in corso.
Invece devi fare ancora una serie di commissioni, mettere in ordine, insomma il diario di una qualunque e normale giornata settimanale.
Poi realizzi che vorresti tanto una cotoletta di pollo, ma la frittura non è sicuramente un toccasana, poi di sera, in estate e quindi....
I titoli per questo post potrebbero essere tanti: da quelli new age: "elogio della lentezza", "inno alla calma" a quelli delle parodie letterarie: "alla ricerca della panna perduta", parafrasando: "Alla ricerca del tempo perduto", oppure: "tanta fatica per nulla", da "Tanto rumore per nulla", o ancora: "la montagna franata" da "La montagna incantata".
O usare inni di riscossa: "non mi arrendo!", oppure rispolverare il solito e (trito) adagio: "in cucina non si butta mai nulla".
Tutto questo per dire che il dessert in questione non doveva essere la mousse che ho presentato, ma il più famoso Montebianco.
Della bontà e della versatlità dei carciofi si potrebbe scrivere e parlare a lungo. Ottimi cotti in mille modi, perfetti nei risotti, con la pasta, nelle torte salate e via discorrendo.
Perfino M. Proust ne parlò nel suo capolavoro: "Alla ricerca del tempo perduto".
Tranquilli, già vi immagino sbuffare e pensare: "che noia!", "ancora con Proust!", "dopo che ne ha tanto scritto a proposito degli asparagi e delle madeleines, adesso inizia con i carciofi..."
Lo ammetto, stasera intendevo postare un'altra ricetta.
Poi, facendo il solito giro nei vari blog, ho letto di questa importante iniziativa, promossa dal blog de La gaia celiaca, e non solo ho deciso di aderire, ma ho sentito il dovere morale di farlo.
Perchè? Semplice, sono contraria ad ogni forma di discriminazione, non mi piace l'emarginazione, non mi interessa sapere la provenienza geografica delle persone, e tantomeno verso chi è indirizzato l'amore delle persone.
Mi interessano le PERSONE, la loro umanità, la loro essenza, la loro interiorità.
E non mi piace che la dignità degli esseri umani debba essere calpestata con battutacce, offese, allusioni.
L'iniziativa, rivolta ai food blogger e non, consiste nell'esporre il banner e nel caso dei food blogger presentare una ricetta a base di finocchi.
Ortaggio che mangio moltissimo, mi piacciono e li trovo ideali negli spuntini di metà mattina in ufficio, ma stasera non ne avevo in casa e non avevo neanche ricette con questo ingrediente da postare.
Così ho riciclato una ricetta già presentata più o meno un anno fa: salmone affumicato con finocchi e crema allo yogurt.
Peraltro, ricordo bene che questa ricetta, molto veloce, la preparai per poter vedere con calma il programma di F. Fazio, Che tempo che fa, dedicato alla musica classica.
Proprio l'altra sera al nuovo programma di F. Fazio, stavolta insieme a R. Saviano, era presente Nichi Vendola che ha parlato dei termini offensivi con i quali vengono etichettati i gay....
Insomma, mi sembra che in un modo o in un altro questa ricetta sia sempre legata a qualcosa di importante.
![salmone affumicato con finocchi e crema allo yogurt salmone affumicato con finocchi e crema allo yogurt](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_MfVmiDLJR3cfwFQk9bUSsur8x1SJk_UfpA7JvQCR6pMOtmFukitmfziy9YgiGWpDDiRHVZobyqHQO-85RC2v-zn9jmUI9eEwH7uT0R1iTMdCjuT_wQ0y9CVlyjDRyGMjtsK3eMdBDB4/s320/Salmone+affumicato+con+finocchi+e+crema+allo+yogurt+3.jpg)
La cena è pronta, il sugo per domani pure, il tè l'ho bevuto, e adesso eccomi qua pronta ad aggiornare il blog.
La ricetta di stasera è una frittata con i porri, preparata per cena alcune sere fa.
La preparazione è semplicissima: si stufano i porri, si aggiunge un po' di formaggio, le uova, of course!, si mette tutto in forno e si aspetta che sia pronta leggendo un libro, sfogliando una rivista, aggiornando il blog, parlando a telefono con un'amica.
....cosa c'è nel risotto bello? Spinaci? No!!!! Bietole???? Nooooo!!!!
E allora?
Partiamo dall'inizio. Come sapete la cucina regionale è una mia grande passione, l'ho scritto e riscritto, mi interessa la storia che c'è dietro una ricetta, la nascita di un piatto, il legame col territorio, in una sola parola le nostre radici e la territorialità.
Ricetta, semplice e sprint a condizione che piacciano i formaggi e nello specifico il gorgonzola.
A me i formaggi piacciono tutti. Tantissimo, e se non fossero ricchi di grasso e ipercalorici, ne mangerei quantità industriali.
Per il gorgonzola, poi, ho sempre avuto una grande passione.
Immaginate i bambini che storcono il naso di fronte al suo odore penetrante, e al suo aspetto verdognolo?
Ebbene io non appartenevo alla categoria, fin da piccola, mentre mia sorella mi guardava con sommo disgusto, io golosamente ne mangiavo pezzettoni.
Stamattina mi sono alzata presto per cucinare. Il ticchettio della pioggia sui vetri, il grigiore che penetrava dalle imposte, mi hanno invogliata ad alzarmi e iniziare una nuova giornata.
Già pregustavo il tè che avrei bevuto, accompagnata da una fetta del pane tirolese che ho comprato qui a Milano.
In un attimo la cucina si è animata, da una parte il bollitore che fischiava, segno che l'acqua per il tè era pronta, poco dopo il timer, col suo ticchettio mi avvisava che il tempo di infusione era terminato.