Di fronte ad un piatto di pasta, ben cucinato, con un buon sughetto, la mia reazione è la stessa.
Certo non lo divoro con la stessa voracità e la quantità è decisamente inferiore, ma la pasta è sicuramente uno dei miei piatti preferiti.
Solitamente, la mangio a pranzo. Ma se la giornata è stata pesante, faticosa e ho bisogno di ritrovare il buonumore allora la sera mi sbizzarrisco.
Credo che il piacere di preparare un piatto sia legato ai nostri gusti alimentari. A me piacciono tanto i cibi salati, fra una fetta di dolce e una di torta salata non ho esitazioni, scelgo senza pensarci il salato.
E' sempre stato così. I cibi salati mi hanno sempre suscitato un'attrazione irresistibile. Da bambina, alle varie feste di compleanno, mentre tutti si fiondavano sui vassoi dei dolci, io cercavo quello di tramezzini, prosciutto, formaggi e ghiottonerie salate.
Questi bocconcini li ho preparati qualche tempo fa, sognando una pasta frolla friabile che avvolgesse un ripieno dolce, morbido come la marmellata di ciliegie e croccante per la presenza della granella di mandorle.
Per rendere la pasta frolla più golosa decido di aggiungere la farina di mandorle. Avevo proprio un'idea molto chiara e precisa di quello che volevo....
Mi sono sempre piaciuti gli arancini di riso. Saporiti scrigni di riso, farciti, secondo la propria creatività o gusto personale, con carne, prosciutto, piselli, caciocavallo, mozzarella, fior di latte.
Essendo una ricetta tipica regionale, l'arancino, ha tante versione, canoniche o casalinghe. Tutte gustose, saporite, golose.
Qualche mese fa, avevo nel freezer alcune sfoglie di pasta all'uovo avanzate da una precedente ricetta.
Le sfoglie erano appena sufficienti per due porzioni. Poichè sprecare cibo, senza voler cadere nella retorica, mi sembra veramente un affronto a chi ogni giorno, letteralmente non ha di che mangiare, ho pensato di utilizzarle, per preparare una lasagna.
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La pizza margherita,
Leonardo da Vinci,
La Mole Antonelliana,
La Costiera Amalfitana,
Vittorio Gassman,
Il risotto alla milanese,
Luigi Pirandello,
I trulli di Alberobello,
Massimo Troisi,
Alessandro Manzoni,
Il lago di Garda,
Il Colosseo,
Mario Monicelli,
La Torre di Pisa,
Il vino Barolo
Il gorgonzola,
Totò,
Le quattro stagioni di Vivaldi,
Ugo Foscolo,
Il Duomo di Milano,
Dario Fo,
Grazia Deledda,
La parmigiana di melanzane,
Fabrizio De Andrè,
Palazzo Vecchio,
Il radicchio,
Carlo Goldoni,
Le gondole,
O' Sole mio,
Il parco Nazionale D'Abruzzo,
L'Infinito,
Il parmigiano reggiano,
La Reggia di Caserta,
Le orecchiette,
Giuseppe Verdi,
I faraglioni di Capri...
....e la lista potrebbe continuare ancora molto a lungo. Una lista di letterati, musicisti, luoghi, cibi, prodotti che rendono grande e importante la nostra nazione. L'Italia.
Una lista senza barriere regionali.
Una lista senza barriere regionali.
Giornata uggiosa e piovosa. La passeggiata al parco, non è allettante. La rilettura del libro di Paul Auster è terminata. Cosa si fa??? Intanto mi preparo un tè, caldo, profumato. Poi accendo un paio di candele e riscaldo l'ambiente. Quindi, inizio, distrattamente a sfogliare una serie di riviste di cucina.
In realtà , sono in quella fase di, come la chiamo io, "noia creativa".
Quella noia che mi mette in contatto con me stessa. Che mi fa fermare e assaporare l'attimo. Che mi fa pensare a tutte le cose che vorrei mangiare. Cucinare. Preparare.
Questa ricetta è stata concepita con una serie di idee precise. Preparare un piatto a base di riso e pesce. Utilizzare il tè nero cinese, Grand Lapsang Souchong. Il pesce doveva essere cotto semplicemente, per far risaltare il sapore dello zenzero, ingrediente importante della mia ricetta. Inoltre il pesce doveva avere un sapore molto deciso, per poter reggere il sapore affumicato del tè. Riso e pesce non dovevano essere cotti insieme, ma volevo mantenere distinti i due ingredienti per poter meglio assaporare le due preparazioni. Ancora, volevo presentare il riso e il pesce nello stesso piatto, alla maniera orientale.
Per me, amare il tè non significa soltanto apprezzare una bevanda buonissima, che regala emozioni e piacere sorso dopo sorso.
Significa voler conoscere e approfondire gli aspetti della cultura e della civiltà orientale.
La Cina, il Giappone, l'India, sono nazioni con alle spalle una cultura millenaria. Diversa dalla nostra, ma non per questo, meno interessante ed affascinante.
Non ho la pretesa, e onestamente, neanche la competenza, per scrivere in modo dettagliato ed approfondito dell'arte orientale.
Però sono molto interessata a conoscerla meglio. Anche in funzione del tè. Sono convinta che non si possa estrapolare un aspetto importante della cultura di una nazione, senza capirne la contestualizzazione.
Agli inizi di dicembre, sono andata nella mia solita libreria, avendo ben chiaro tre cose: seguire un incontro che mi interessava, scegliere un libro da regalare alla figlia di una mia amica, e non comprare libri per me.
Di letteratura ne ho tanti, le mie due librerie, a parete, stanno scoppiando.
Libri di cucina, fra quelli che acquisto, quelli che mi regalano e le riviste, potrei cucinare per 2 secoli.
Sono dell'idea che il cibo non rappresenti solo nutrimento, gusto, convivialità , gioia.
Il cibo, è cultura, origine, tradizione, territorialità , sperimentazione.
Col cibo esprimiamo la individualità . Col cibo operiamo delle scelte.
Adoro i bambini che, con aria decisa e sicura, affermano: "mi piace!", "non mi piace!" Tramite il cibo stanno manifestando se stessi, stanno esprimendo un parere, stanno affermando la loro personalità .
Il cibo è anche evoluzione. E' un percorso.