"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi"....
....e la febbre? E' arrivata, ovviamente, inattesa ed imprevista.
Così da qualche giorno sono a letto con febbre, tosse e raffeddore.
Invece di prepare primi piatti e sfornare dolci, sono alle prese con termometro, antipiretici e antibiotici.
Una noia. Alleviata dalla lettura.
Che altro se po' fà a letto, con la febbre????
Per questo motivo, in questi giorni, non sono riuscita ad aggiornare il blog e passare a salutarvi.
Però volevo, comunque, farvi gli auguri di buon Natale.
Poi, appena starò meglio, passerò da tutti voi e riprenderò a postare.
Giovanna
....e la febbre? E' arrivata, ovviamente, inattesa ed imprevista.
Così da qualche giorno sono a letto con febbre, tosse e raffeddore.
Invece di prepare primi piatti e sfornare dolci, sono alle prese con termometro, antipiretici e antibiotici.
Una noia. Alleviata dalla lettura.
Che altro se po' fà a letto, con la febbre????
Per questo motivo, in questi giorni, non sono riuscita ad aggiornare il blog e passare a salutarvi.
Però volevo, comunque, farvi gli auguri di buon Natale.
Poi, appena starò meglio, passerò da tutti voi e riprenderò a postare.
Buon Natale
Giovanna
Ogni anno che passa avverto sempre meno l'atmosfera del Natale. E parlo di una festività che mi piace molto. Ma la vita mi prende, sono assorbita da tante cose e mi accorgo del Natale quando è passato.
Ma in realtà cos'è lo spirito del Natale? E' una domanda alla quale si possono dare tante risposte: la festa cattolica, la condivisione con gli altri, il riunirsi delle famiglie, il ritornare bambini e rivivere quella magia, voler donare qualcosa agli altri, mangiare una pietanza che ci ricorda una persona, una situazione, una città, una tradizione.
Era da qualche tempo, che avevo voglia di preparare un pane con i semi. Diverso dal solito, composto da farine integrali e farina di segale.
Non volevo il solito pane preparato con la farina 00, o col grano duro, ma qualcosa di particolare, versatile, che potesse accompagnare tutte le pietanze, dal salato al dolce, regalando un tocco in più.
Inoltre, mi piaceva che i semi fossero parte dell'impasto, non utilizzati soltanto come croccante copertura.
La prima volta li ho mangiati a Salò, in una trattoria scelta accuratamente. Sala piccola e confortevole, prodotti del territorio, conduzione familiare.
Sebbene gli gnocchi di ricotta non siano una specialità del Garda, il sughetto di accompagnamento, pomodorini e funghi delle Valtenesi, era sicuramente legato alla territorialità e alla stagionalità.
Infatti erano i primi di giugno, aveva piovuto copiosamente per giorni, e sulle Valtenesi erano spuntati i funghi.
Come vi avevo accennato nello scorso post, la giornata dell'Immacolata l'ho dedicata al relax.
Ho scongelato i ravioli al radicchio, appositamente preparati in quantità maggiore e poi, inaugurazione della teiera di terracotta e lettura.
Quanto mi piacciono queste giornate festivi infrasettimanali! Riesco a dedicarmi con calma alle mie passioni, a non correre sempre, a tirare il fiato.
Ultimamente mi sembra di essere una trottola impazzita.
Stamattina, senza fretta ho preparato il tè, inaugurando la nuova teiera di terracotta.
Un rito nel rito. Perchè se per preparare il tè è necessario seguire un (piacevole) rituale, prima di utilizzare una teiera di terracotta, ci sono una serie di passaggi, fondamentali, da fare.
Passaggi che servono per la teiera e che mi sono piaciuti perchè l'ha resa più mia.
In un mondo dove tutto è standardizzato è bello utilizzare un oggetto creato a mano, non usa e getta, e che devi anche "preparare" prima di utilizzarla.
Ma vi parlerò più a lungo e dettagliatamente di questo "gioiellino".
La scorsa settimana ho partecipato ad una degustazione di tè.
Come sempre si è svolta presso la Scuola de La Cucina Italiana, relatrice la Sig.ra Barbara Sighieri de La Teiera Eclettica.
Questa volta l'argomento riguardava i tè neri cinesi.
Solitamente il tè nero viene associato all'India, mentre alla Cina si abbina il tè verde.
Sim Sala Bim, diceva così un famoso prestigiatore negli anni settanta, e lo strudel è sparito.
Letteralmente volatilizzato.
Ho avuto il tempo di scattare le foto, preparare il tè, che è ormai la mia bevanda di elezione, nonchè un rito piacevolissimo, apparecchiare la tavola, e mentre controllavo la temperatura dell'acqua, impostavo sul timer il tempo di infusione, mi giro e....una fetta(ona) dello strudel era sparita.
Parlando con gli amici e leggendo i blog, ho constatato che molti di noi, il sabato o la domenica sono soliti preparare una pietanza particolare.
Chi il pollo al forno, chi la pizza e così via.
Io il sabato sera preparo sempre il pesce.
In un post recente, vi ho raccontato della bellissima cena a base di tè, alla quale ho partecipato presso la Scuola de La Cucina Italiana.
Oggi con enorme gioia e soddisfazione una mia amica, mi ha informata che il blog de la Scuola de La Cucina Italiana, mi ha dedicato un post.
Da grande appassionata delle iniziative della Scuola, il loro riconoscimento, mi ha resa molto felice.
Oggi con enorme gioia e soddisfazione una mia amica, mi ha informata che il blog de la Scuola de La Cucina Italiana, mi ha dedicato un post.
Da grande appassionata delle iniziative della Scuola, il loro riconoscimento, mi ha resa molto felice.
Un'idea semplice per risolvere una cena veloce, o con l'aggiunta di una portata di verdure e un dessert, un pranzo leggero.
Nel mio caso, un pranzo rapido, preparato solo per me.
Una frittata realizzata aggiungendo alle uova, oltre il parmigiano reggiano grattugiato e il latte, che conferisce delicatezza e cremosità, anche i semi di papavero e di sesamo.
Credo sia superfluo scrivere della ricchezza gastronomica del nostro paese.
Non c'è regione, città, perfino paese, che non offra un suo piatto caratteristico, un formaggio tipico, un vino ben strutturato nel territorio.
Di questo dobbiamo ringraziare chi, tenacemente, decide di voler preservare la memoria del suo paese, della sua gente, grazie ad un formaggio, un vino, un salume.
Perchè il cibo non è soltanto ciò che mangiamo e che allieta le nostre tavole, ma soprattutto cultura, tradizione.
Il cibo rappresenta le nostre radici.
Un esempio è il pranzo o il cenone della vigilia di Natale, io abito a Milano, una città ricca di eventi, di cose da fare, ma anche una città dove ogni giorno ci si confronta con persone provenienti da regioni diverse, città diverse e se, su tante cose, siamo uniti, quando si parla di cibo, soprattutto legato alle occasioni particolari, quali le festività, allora c'è una netta frammentazione, sia chiaro, positiva ed interessante.
La Scuola de La Cucina Italiana, oltre ad organizzare corsi e degustazioni di tè, spesso organizza le cosidette "Serate a tema".
Queste serate sono delle autentiche cene, guidate da un leit motiv.
Io ho partecipato a diverse di queste, memorabile quella sui formaggi spagnoli.
Recentemente la "Serata a tema" era dedicata ad una delle mie grandi passioni: il tè come ingrediente di alcune ricette classiche, appartenenti alla nostra cultura gastronomica.
Duplice ci risiamo: ho rifatto la frittata di porri, e ho cambiato la ricetta. Ma è più forte di me, non riesco ad attenermi alle ricette, parto piena di buone intenzioni, con l'idea di replicare proprio quel sapore, quell'aroma e poi lungo la strada si accende una luce e comincio con i miei: "...e se...?".
...di fine estate, in frigorifero ti aspettano i petti di pollo, hai lavorato tutta la giornata e desideri una doccia, bere il tè, caldo, of course!, leggere il libro in corso.
Invece devi fare ancora una serie di commissioni, mettere in ordine, insomma il diario di una qualunque e normale giornata settimanale.
Poi realizzi che vorresti tanto una cotoletta di pollo, ma la frittura non è sicuramente un toccasana, poi di sera, in estate e quindi....
I titoli per questo post potrebbero essere tanti: da quelli new age: "elogio della lentezza", "inno alla calma" a quelli delle parodie letterarie: "alla ricerca della panna perduta", parafrasando: "Alla ricerca del tempo perduto", oppure: "tanta fatica per nulla", da "Tanto rumore per nulla", o ancora: "la montagna franata" da "La montagna incantata".
O usare inni di riscossa: "non mi arrendo!", oppure rispolverare il solito e (trito) adagio: "in cucina non si butta mai nulla".
Tutto questo per dire che il dessert in questione non doveva essere la mousse che ho presentato, ma il più famoso Montebianco.
Della bontà e della versatlità dei carciofi si potrebbe scrivere e parlare a lungo. Ottimi cotti in mille modi, perfetti nei risotti, con la pasta, nelle torte salate e via discorrendo.
Perfino M. Proust ne parlò nel suo capolavoro: "Alla ricerca del tempo perduto".
Tranquilli, già vi immagino sbuffare e pensare: "che noia!", "ancora con Proust!", "dopo che ne ha tanto scritto a proposito degli asparagi e delle madeleines, adesso inizia con i carciofi..."
Lo ammetto, stasera intendevo postare un'altra ricetta.
Poi, facendo il solito giro nei vari blog, ho letto di questa importante iniziativa, promossa dal blog de La gaia celiaca, e non solo ho deciso di aderire, ma ho sentito il dovere morale di farlo.
Perchè? Semplice, sono contraria ad ogni forma di discriminazione, non mi piace l'emarginazione, non mi interessa sapere la provenienza geografica delle persone, e tantomeno verso chi è indirizzato l'amore delle persone.
Mi interessano le PERSONE, la loro umanità, la loro essenza, la loro interiorità.
E non mi piace che la dignità degli esseri umani debba essere calpestata con battutacce, offese, allusioni.
L'iniziativa, rivolta ai food blogger e non, consiste nell'esporre il banner e nel caso dei food blogger presentare una ricetta a base di finocchi.
Ortaggio che mangio moltissimo, mi piacciono e li trovo ideali negli spuntini di metà mattina in ufficio, ma stasera non ne avevo in casa e non avevo neanche ricette con questo ingrediente da postare.
Così ho riciclato una ricetta già presentata più o meno un anno fa: salmone affumicato con finocchi e crema allo yogurt.
Peraltro, ricordo bene che questa ricetta, molto veloce, la preparai per poter vedere con calma il programma di F. Fazio, Che tempo che fa, dedicato alla musica classica.
Proprio l'altra sera al nuovo programma di F. Fazio, stavolta insieme a R. Saviano, era presente Nichi Vendola che ha parlato dei termini offensivi con i quali vengono etichettati i gay....
Insomma, mi sembra che in un modo o in un altro questa ricetta sia sempre legata a qualcosa di importante.
La cena è pronta, il sugo per domani pure, il tè l'ho bevuto, e adesso eccomi qua pronta ad aggiornare il blog.
La ricetta di stasera è una frittata con i porri, preparata per cena alcune sere fa.
La preparazione è semplicissima: si stufano i porri, si aggiunge un po' di formaggio, le uova, of course!, si mette tutto in forno e si aspetta che sia pronta leggendo un libro, sfogliando una rivista, aggiornando il blog, parlando a telefono con un'amica.
....cosa c'è nel risotto bello? Spinaci? No!!!! Bietole???? Nooooo!!!!
E allora?
Partiamo dall'inizio. Come sapete la cucina regionale è una mia grande passione, l'ho scritto e riscritto, mi interessa la storia che c'è dietro una ricetta, la nascita di un piatto, il legame col territorio, in una sola parola le nostre radici e la territorialità.
Ricetta, semplice e sprint a condizione che piacciano i formaggi e nello specifico il gorgonzola.
A me i formaggi piacciono tutti. Tantissimo, e se non fossero ricchi di grasso e ipercalorici, ne mangerei quantità industriali.
Per il gorgonzola, poi, ho sempre avuto una grande passione.
Immaginate i bambini che storcono il naso di fronte al suo odore penetrante, e al suo aspetto verdognolo?
Ebbene io non appartenevo alla categoria, fin da piccola, mentre mia sorella mi guardava con sommo disgusto, io golosamente ne mangiavo pezzettoni.
Stamattina mi sono alzata presto per cucinare. Il ticchettio della pioggia sui vetri, il grigiore che penetrava dalle imposte, mi hanno invogliata ad alzarmi e iniziare una nuova giornata.
Già pregustavo il tè che avrei bevuto, accompagnata da una fetta del pane tirolese che ho comprato qui a Milano.
In un attimo la cucina si è animata, da una parte il bollitore che fischiava, segno che l'acqua per il tè era pronta, poco dopo il timer, col suo ticchettio mi avvisava che il tempo di infusione era terminato.
Che delizia l'autunno! Tante verdure deliziose sui banchi del mercato, tante sagre, la vendemmia, l'olio novello.
Ebbene si, l'autunno, lo dico a voce alta, anche se so che gli amanti dell'estate dissaproveranno, è una delle mie stagioni preferite.
Sarà il retaggio degli anni universitari, quando l'autunno rappresentava la ripresa dei corsi, la vita universitaria a tutto tondo, intere giornate trascorse tra corsi, esercitazioni e ricerche in biblioteca, una vita che mi dava gioia e mi entusiasmava moltissimo.
Anche perchè tutte queste attività erano condivise con colleghi, che nel corso degli anni sono diventati cari amici.
Quindi, tra un corso e un'esercitazione c'erano tante chiacchierate, tanti sogni, tante speranze.
E tanto cibo. I tranci di pizza presi al volo al chioschetto all'angolo, la pizza, i dolci in una delle pasticcerie più importanti di Napoli, e, ovviamente, panini.
Ebbene si, l'autunno, lo dico a voce alta, anche se so che gli amanti dell'estate dissaproveranno, è una delle mie stagioni preferite.
Sarà il retaggio degli anni universitari, quando l'autunno rappresentava la ripresa dei corsi, la vita universitaria a tutto tondo, intere giornate trascorse tra corsi, esercitazioni e ricerche in biblioteca, una vita che mi dava gioia e mi entusiasmava moltissimo.
Anche perchè tutte queste attività erano condivise con colleghi, che nel corso degli anni sono diventati cari amici.
Quindi, tra un corso e un'esercitazione c'erano tante chiacchierate, tanti sogni, tante speranze.
E tanto cibo. I tranci di pizza presi al volo al chioschetto all'angolo, la pizza, i dolci in una delle pasticcerie più importanti di Napoli, e, ovviamente, panini.
Sarà perchè non mi piace mangiare in maniera eccessiva a pranzo, sarà questione di abitudine, ma a metà pomeriggio mi piace molto fare uno spuntino.
Se ho poco tempo, quindi quasi sempre, mi limito a qualcosa di semplice, un frutto o uno yogurt.
Se invece sono a casa, ed ho tempo, preparo qualcosa di più stuzzicante.
Per la bevanda, mi oriento su uno dei miei tè e scelgo.
Per lo spuntino, solitamente preparo qualcosa di salato. E' inutile precisare, l'ho scritto e riscritto, che il tè lo bevo indifferentemente sia con pietanze dolci che salate.
Riflettevo su quanto sia semplice ricavarsi uno spazio di pace e tranquilità, anche nelle giornate più caotiche.
Oggi dopo una lunghissima giornata di lavoro, sono tornata a casa, ho iniziato a preparare la cena, poi ho preparato il tè. Un tè verde cinese al gelsomino. Così ho iniziato a sorseggiarlo, appoggiata al davanzale della finestra, osservando il passeggio, gli alberi che sono sempre più spogli, la natura che piano piano si prepara ad affrontare l'inverno.
Ed io, ero completamente immersa in tutto questo, e sorso dopo sorso, mi sentivo sempre più leggera e in pace con tutto.
Giornata uggiosa, una pioggerella fine e persistente scende su Milano. Gli alberi mano a mano stanno perdendo le foglie, passando dai caldi colori aranciati, ad un aspetto più invernale.
Il grigiore pervade ogni cosa.
La mia casa profuma di tè, tisana e pasta al forno. Il pranzo di oggi.
E il pane delle foto? L'ho preparato a fine giugno, quando ormai il caldo imperversava e accendere il forno era una follia.
Ma come ho scritto e riscritto le cotture al forno mi piacciono e se ho deciso di preparare qualcosa, il caldo non mi fa desistere.
Avrei tanto voluto preparare il pane anche oggi, ma ho alle spalle una settimana intensa e stressante e non volevo impegnare tutta la domenica mattina nella preparazione del pane.
Senza considerare che avrei dovuto preparare la biga ieri sera e, sinceramente, ho preferito dedicarmi ad altro.
Ambientazione giapponese, per uno dei più tipici piatti, riso a parte che comunque rievoca l'Oriente, della nostra cucina: il Risotto.
Lo scrivo con la maiuscola, perchè lo ritengo uno delle preparazioni più importanti della nostra cultura gastronomica.
Versatile, si può preparare con verdure, carne, pesce, formaggi.
Veloce da preparare, ma con una serie di regole da seguire: un buon soffritto di cipolla o porro, la tostatura del riso, la sfumatura del vino, la mantecatura finale.
Il risultato: un piatto delizioso, che riscalda il cuore.
Preparare un risotto, per me è un piacere. Da un lato c'è tutto il rituale descritto, dall'altro la consapevolezza che in pochi minuti, quelli che occorrono affinchè il riso si cucini, devi dare il meglio, altrimenti se il riso non è ben mantecato, non salato e pepato nella giusta misura, non c'è più tempo di rimediare.
Che stress! Settimana lunga e impegnativa. Week end pieno di lavoro e varie.
Finalmente sono riuscita a ritagliarmi uno spazio per aggiornare il blog...
Questo cake l'ho preparato qualche settimana fa, adesso ne mangio virtualmente una fetta. (Sigh!).
Nella preparazione del cake ho fatto un percorso inverso: sono partita dal tè, e ho pensato di preparare un dolce che si abbinasse con il suo aroma.
Il tè è il Dajeerling Rose D'Himalaya, un tè indiano dalle note fruttata sulle quali spicca l'aroma della rosa.
Veramente ottimo!
Così ho pensato ad un cake, preparato con yogurt per renderlo morbido, ma nel contempo leggero e aromatizzato dalle scorzette d'arancia candite e da gocce di cioccolato fondente.
Alla farina ho aggiunto nocciole tostate e macinate che hanno arricchito il sapore del cake.
Come ho più volte scritto, ho un'autentica passione per le preparazioni lievitate salate.
Pizza, focaccine, panini ripieni, briosce salate, tortani e casatielli mi piace cucinarli e mangiarli.
Lo so, non scopro nulla di nuovo, ma per me partire da un pugno di farina, acqua e lievito e vedere l'impasto "crescere", raddoppiare in volume mi sembra una "magia".
Alla luce di queste considerazioni, ho voluto provare la crema di olive nere, della ditta OrtoCori, in una preparazione lievitata.
Com'è piacevole trascorrere un paio d'ore a leggere e sorseggiare un tè o una tisana.
Un paio d'ore da dedicare a se stessi, immersi nella lettura, nei propri pensieri, nei progetti che favoriti dal relax e dall'ozio mano a mano diventano sempre più consistenti.
Io credo molto nei momenti di ozio creativo e rigeneranti. La vita col suo scorrere impetuoso, a volte ci fa dimenticare della nostra essenza, dei nostri sogni.
Poi, come per magia, basta un po' di tempo da trascorrere con calma e una serie di idee, prima, timidamente, incominciano a fare capolino e poi piano diventano sempre più corpose.
Fino a darci un nuovo impulso e via di nuovo nella mischia, con tante idee da accarezzare e progetti da attuare.
E fra una pausa e l'altra, cosa si mangia????
Una cenetta veloce e gustosa realizzata con fichi, mirtilli, formaggi e prosciutto.
...e adesso arriva il bello: pensare tante simpatiche ricette con le quali utilizzare i prodotti fotografati.
La scorsa estate sono stata contattata da un'agenzia che per conto della società OrtoCori, mi comunicava di aver selezionato il mio blog, insieme ad altri, per un un omaggio dei loro prodotti.
Inutile aggiungere quanto sia stata contenta che il mio blog sia piaciuto.
Ieri mi è arrivato il pacco fotografato.
All'interno alcuni loro prodotti. Tutti golosi e appetitosi. Ho già pensato ad una serie di ricettine.
Da preparare velocemente, prima che mangi tutto...
Ricettina semplicissima e veloce tratta dal libro di Donna Hay, Ricevere in un istante.
Io l'ho preparata in estate, come secondo piatto di un pranzo estivo domenicale.
La ricetta si è rivelata veramente gradevole. Un modo simpatico di trasformare un banale petto di pollo, in qualcosa di stuzzicante.
Il tutto veramente in pochissimi minuti.
Donna Hay suggerisce di servirli con i fagiolini. In piena estate sono buonissimi e teneri.
In inverno l'accompagnerò a verdure di stagione.
Già immagino una versione con gli spinaci che legano benissimo con la salvia, oppure con delle semplici patate lesse, condite con un pizzico di fleur de sal.
Come vi avevo preannunciato nello scorso post, domenica ho partecipato alla Festa della Luna, organizzata dall'Associazione Italiana Cultura del Tè presso La Teiera Eclettica.
La Festa della Luna è celebrata in tutta l'Asia, dal Giappone al Vietnam, ma in Cina è particolarmente sentita.
Chiamata anche Festa di mezz'autunno perchè si festeggia il quindicesimo giorno dell'ottavo mese lunare.
Quest'anno la data è stata il 22 settembre.
In questo giorno la luna appare luminosissima e si trova alla massima distanza dalla terra.
Secondo i cinesi in quel momento la luna è perfettamente rotonda.
Questa festa ha origini antichissime. Le prime testimonianze risalgono al periodo del grande Imperatore Wu Di (156 - 87 a.c.).
In seguito la festa fu allargata ai nobili e poi al popolo che era solito celebrarla decorando case e giardini con lanterne. Mentre l'aria era percorsa dal suono dei gong e dei tamburi.
Solitamente viene celebrata di sera, quale tributo alla luna.
Le famiglie si riuniscono all'aperto per contemplare la luna e mangiare i dolci tipici della luna. I famosi mooncake.
La Festa della Luna è l'occasione per le famiglie di riunirsi, e chi proprio non può tornare a casa, si sente ricongiunto alla famiglia osservando la luna.
Per questo motivo la Festa della Luna è chiamata Festa della riunione familiare.
Più che tea time sarebbe più giusto scrivere fine settimana all'insegna del tè.
Sabato ho preparato questa ciambella, nella quale il tè era presente come ingrediente, nonchè come bevanda d'accompagnamento.
Ieri ho partecipato ad un avvenimento di grande risalto per il mondo orientale.
Il tè sicuramente riveste un ruolo importante, ma l'avvenimento non è inerente proprio il mondo del tè.
Ho suscitato il vostro interesse? Siete curiosi di sapere cosa avviene a Milano che interessa l'Oriente? Tra qualche giorno vi racconterò tutto, con un bel po' di foto.
Intanto vi presento il dolce.
Che piatto straordinario è la pizza: acqua, farina, lievito un po' di fantasia e tanta bontà!
Lo sapete, sono una "sperimentatrice", anche quando seguo una ricetta tratta da una rivista, libro e così via, c'è sempre qualcosa che mi piace cambiare.
Anche per la pizza funziona così, provo diverse farciture, diversi gusti, ma quella che in assoluto mi piace di più è senz'altro la margherita.
Provata in tutte le sue varianti.
Quella di oggi è semplicissima, sugo preparato col pomodoro fresco, bocconcini di mozzarella non tagliati a dadini, ma semplicemente a metà, una grattugiatina di pecorino romano appena la pizza è stata sfornata e tanto basilico.
Semplice, no?
Dopo qualche giorno di relax, altri, ahimè, di ozio e in mezzo una serie di impegni, rieccomi qua, pronta ad aggiornare il blog, e a venire a farvi visita.
Mi scuso, comunque, per l'assenza anche dai vostri blog, ma davvero sono stata presa nel vortice di una serie di cose da fare.
Durante una fase di ozio creativo, mentre sorseggiavo un tè e leggevo un libro, mi è venuta voglia di cucinare.
Così la semplice pasta e zucchine, si è trasformata in un piatto più elaborato, e più lungo da preparare, il cui risultato ci ha molto gratificato.
In ogni caso ho preparato una doppia dose, così il giorno dopo avevo già il pranzo pronto.
E, come spesso accade per i piatti al forno, il giorno dopo era più buono.
Perchè focaccine pacificatrici? La spiegazione è molto semplice. Ricordate quando vi ho raccontato di aver invitato alcune amiche per una merenda?
Ebbene le focaccine, presenti nel "menù" insieme ad altre pietanze hanno svolto un ruolo diplomatico di grande importanza.
Antefatto: le mie amiche, tutte molto simpatiche e allegre, se non hanno una grande conoscenza del tè, infatti lo scopo era far apprezzare le virtù del tè, intesa anche come bevanda rinfrescante da bere durante la canicola estiva, sono accaniti lettrici e molto esperte di letteratura contemporanea.
Insomma dei "topi di biblioteca" un pò come me, anche se io sono orientata molto di più verso i classici.
Di recente ho acquistato La Cucina del Corriere della Sera e ho "scoperto" una rivista molto interessante e ricca.
Servizi curati, foto molto belle, rispetto della stagionalità, informazioni sui principali eventi gastronomici in Italia.
E tante ricette molto semplici ma interessanti. D'altra parte io sono una fautrice della semplicità che in cucina ripaga sempre.
Alcuni ingredienti mi piace gustarli in purezza, senza arricchimento di salsine, cotture troppo prolungate e aromi che coprono troppo il sapore originale del cibo.
Un esempio per tutti, il pesce. Se è fresco, di buona qualità, pescato e non di allevamento, una lessatura al punto giusto e un filo d'olio extravergine d'oliva lo rendono un piatto prelibato e raffinato.
Per questo motivo mi sono piaciuti moltissimo gli involtini che presento oggi. Il prosciutto crudo è uno dei miei alimenti preferiti, anzi per dirla tutta è il mio "comfort food".
C'è chi quando è triste o nervoso divora dolci, cioccolato, io invece mi "coccolo" col prosciutto.
In questo caso il prosciutto avvolgeva una fetta di melanzana grigliata, sulla quale era stato spalmato un formaggio caprino.
La ricetta non dava indicazioni sul tipo di prosciutto crudo e di caprino da utilizzare.
Io ho scelto il prosciutto crudo di Parma e un caprino piemontese dal sapore piuttosto piuttosto deciso.
In questo modo ho giocato sui contrasti tra la dolcezza del crudo, il sapore deciso del caprino e il piccantino della melanzana.
Ricetta molto facile e veloce da eseguire ma gustosa e simpatica.
Come sempre ho "giocato" con l'abbinato col tè, e mio sono decisa per un Grand Keemun, un tè nero cinese, delizioso con i formaggi e i latticini.
Infatti le sue note legnose e affumicate esaltano il sapore dei formaggi.
Cosa ne dite di rallegrarci la giornata con un'insalata di pollo fresca e colorata?
In realtà le mie intenzioni erano di preparare il petto di pollo lessato, condito con una citronette, adagiato su un letto di insalatina.
Invece al supermercato, probabilmente temendo l'avvento di qualche terribile carestia, era stata fatta razzia di pollo e petti di pollo interi.
Era sabato, ero stanca, avevo voglia di fare altro e così ho ripiegato sui petti di pollo a fettine, pensando che in ogni caso li avrei potuto grigliare e accompagnarli all'insalata.
Invece, giusto per allungare i tempi di permanenza in cucina, l'insalata l'ho preparata a luglio, nel pieno dell'afa, ho optato per quest'insalata, semplicissima, ma abbastanza lunga da preparare.
In realtà le mie intenzioni erano di preparare il petto di pollo lessato, condito con una citronette, adagiato su un letto di insalatina.
Invece al supermercato, probabilmente temendo l'avvento di qualche terribile carestia, era stata fatta razzia di pollo e petti di pollo interi.
Era sabato, ero stanca, avevo voglia di fare altro e così ho ripiegato sui petti di pollo a fettine, pensando che in ogni caso li avrei potuto grigliare e accompagnarli all'insalata.
Invece, giusto per allungare i tempi di permanenza in cucina, l'insalata l'ho preparata a luglio, nel pieno dell'afa, ho optato per quest'insalata, semplicissima, ma abbastanza lunga da preparare.
Qualche giorno fa avevo un pò di tempo libero, mi sono trovata nei pressi di una libreria e ho deciso di entrare per "curiosare" un pò.
Avendo molti libri nuovi ancora da leggere, e amando alternare la lettura dei nuvi con altri già letti, ho evitato il settore dedicato alla letteratura, proprio per non essere "tentata".
Oggi a Milano c'è un'aria che sa già di autunno. I colori, gli odori, la temperatura già preannunciano il passaggio da una stagione all'altra.
Da una serie di attività ad altre, altrettanto interessanti e piacevoli.
Per me questo è il periodo nel quale mi piace passeggiare pigramente in campagna, vedere come pian piano la natura si prepara all'inverno.
Vedere dopo i forti colori estivi, quelli aranciati rossastri, il cielo terso ma l'aria fresca.
Lo scopo era far "scoprire" il potere rinfrescante del tè verde con la menta, e la bontà del tè bianco.
Giuro è stata una loro richiesta, non ho imposto il tè come bevanda, anzi per l'occasione avevo preparato delle bibite, sono sincera, home made, a base di limone, menta, eh si non manca mai, fragole e così via, fresche.
Ho accompagnato il tutto con delle focaccine buonissime, poi vi posterò la ricetta, biscottini e altri stuzzichini.
Le mie amiche hanno gradito moltissimo il tè; non solo l'hanno detto spontaneamente, ma mi hanno chiesto di prepararne ancora, è o non è un indicatore?
In pomeriggio, invece è uscito un bel sole, invitante.
Almeno la passeggiata al parco è assicurata.
Mi sembra di essere finita in un romanzo di J. Austen, dove la protagonista, sempre innamorata, infelice, e poi alla fine del libro ricambiata, quanto felicemente non è chiaro, attende "col naso incollato alla finestra", la fine della pioggia e uno squarcio nel cielo che consenta a qualche pallido raggio di sole di manifestarsi, per poter, finalmente, partecipare alla gita/picnic/passeggiata, organizzata.
Io non devo partecipare a nessuna gita o picnic, ma la pioggia battente, i lampi e i tuoni, se ieri mi erano sembrati simpatici, oggi non erano più così graditi.
Giornate pigre, di pensieri, riflessioni, ozio, letture, passeggiate nel parco cittadino, cucina semplice, ma curata.
Semplice come queste caserecce: pesto preparato in casa con "l'aiuto" del mortaio, fagiolini, patate e pomodorini datterini.
Dolci e profumati.
Semplice come queste caserecce: pesto preparato in casa con "l'aiuto" del mortaio, fagiolini, patate e pomodorini datterini.
Dolci e profumati.
Un'insalata molto fresca ed estiva. L'anguria è il simbolo del caldo, dell'estate, il cetriolo è molto rinfrescante e la feta si amalgama bene, dando un apporto proteico alla preparazione.
Piatto veloce e gradevole, ottimo anche da portare in un picnic o da mangiare sulla spiaggia.
Gli ingredienti non li ho pesati, mi sono regolata sulle proporzioni tra anguria, cetriolo e feta.
Ho marinato per una decina di minuti il cetriolo nel limone e pepe, per conferire più carattere all'insalata. Qualche foglia di origano fresco, tritata ha ulterirmente aromatizzato.
Insalata di feta, anguria e cetriolo
100 g. di feta,
1 cetriolo,
un paio di fette di anguria,
il succo di un limone,
olio extravergine d'oliva,
qualche fogliolina di origano fresco,
pepe.
Lavate il cetriolo, pelatelo, tagliatelo a dadini dopo avelro liberato dei semini e fatelo marinare nel succo di limone e pepe.
Intanto private l'anguria dei semi e tagliatela, così come per la feta, a dadini.
In una terrina ponete il cetriolo, l'anguria e la feta, condite con un cucchiaio di olio extravergine d'oliva, le foglioliene di origano tritate e un macinata di pepe fresco.
Mescolatela delicatamente. Ponetela per circa mezz'ora in un luogo fresco per farla insaporire e servitela.
Come vino ho abbinato un Pinot grigio
Si parla sempre più spesso che i mari si stanno impoverendo di pesci quali branzini, pesce spada, tonno e altre varietà ritenute più "importanti" e "raffinate".
Così per queste ed altre specie il rischio di estinzione è altissimo.
Per contro, ci sono tanti tipi di pesci, altrettanto buoni, ricchi di proprietà, sicuramente più economici, che spesso vengono ritenuti meno allettanti.
Forse fa più chic dire "ho preparato un branzino al cartoccio", che "per cena ci sono le alici fritte".
Però i benefici che danno questi pesciolini sono tantissimi, giusto per dirne una sola sono ricchi di omega 3, una serie di acidi grassi, molto utili al nostro organismo.
Quanti di noi, da bambini, non hanno rivolto alla madre, zia, nonna, la semplice domanda: "prepariamo una torta?"
Infatti cosa c'è di più divertente, e gratificante, per un bambino di pasticciare con uova, zucchero e farina?
Per non parlare poi della gioia di mangiare il dolce, paghi di aver contribuito alla preparazione.
Pensando a questo, quando ho ricevuto da Alberto l'invito a partecipare a La Cometa Pasticciona, ho deciso che avrei preparato una torta.
Poiché doveva essere facile da realizzare ho pensato ad una farcitura semplice: panna e fragole.
Sabato sono andata a La Teiera Eclettica, il negozio dove compro tutti i tè che bevo e presento sul blog.
Tra un tè e l'altro il mio sguardo è stato calamitato dalle zuppierine che vedete nelle foto.
Così, incuriosita ho chiesto a cosa servissero. Mi è stato spiegato che non erano tazze per qualche rito o cerimonia del tè, ma delle ciotole giapponesi, solitamente utilizzate per il consumo di zuppe.
In un attimo la mia immaginazione si è catapultata in Estremo Oriente, fra riso e curry, pollo cotto in tutte le possibili varianti, cibi speziati e zuppe.
Soprattutto zuppette leggere e aromatiche di verdure e pesce.
Ovviamente non potevo non prenderle, mi piacevano moltissimo.
Per cena avevo già deciso di preparare il farro con i fiori di zucca.
Niente di orientale, ma l'ho comunque presentato in queste ciotole. Per dare un carattere orietale alla pietanza ho aromatizzato il farro col curry.
In pratica una fusion di sapori e di cibo e "contenitori".
Questa ricetta la si potrebbe definire una sorta di versione estiva e rivisitata del pollo alla cacciatora.
Estiva in quanto ho usato pomodori freschi, la cipolla rossa di Tropea, erbe aromatiche fresche.
Rivisitata in quanto ho aggiunto delle patate, per preparare un piatto unico, e un pugno di funghi secchi, che volevo consumare.
Come erbe aromatiche ho utilizzato origano, basilico e rosmarino.
Le coscette di pollo erano molto gustose, le patate croccanti fuori e morbide all'interno, l'aggiunta delle erbe aromatiche e dei funghi ha regalato un tocco di sapore in più.