Calzoni semintegrali farciti con ricotta vaccina e radicchio tardivo
By Giovanna - 19.1.17
Calzoni semintegrali farciti con ricotta vaccina e radicchio tardivo
Ok, lo so, dell'utilizzo a sproposito delle parole straniere nel linguaggio comune se ne parla tanto.
Però, quando le senti ripetute, o meglio ancora, snocciolate, nell'ambito di una banale conversazione, allora un po' ti viene da ridere, un po' ti viene da pensare.
E' accaduto di recente, attendevo l'ascensore e c'erano tre giovani donne sulla trentina, parecchio scalpitanti. Sbuffavano, continuavano a guardare l'orologio, agitavano i piedini il tutto senza ragione, visto che l'ascensore è arrivato davvero rapidamente.
Il meglio l'hanno dato nei 5 piani che servivano per arrivare all'uscita. Fino a quel momento erano state - quasi - zitte, ripetendo come un mantra "eddai", "ma quando arriva?", (l'ascensore) il tutto tra uno sbuffo, uno sguardo all'orologio e uno sguardo impaziente.
Arrivato l'ascensore, si sono "calmate" e hanno iniziato una conversazione che mi sembrava surreale.
Parlavano di una persona, forse un collega, e una delle tre ha detto che lavorava nell'altro "building", palazzo non era sufficientemente moderno? Detto in inglese sembrava un posto più "in"? l'altra amica ha risposto che ci sarebbero andate dopo il "lunch". La parola pranzo non si usa più? E' desueta? La terza ha aggiunto che oggi voleva mangiare "japàn".
Al "japàn" non ho resistito e mi è venuto da ridere, per fortuna eravamo arrivati all'uscita e sono riuscita a dissimulare la mia risata.
Specifico che le tre tipe erano italianissime e non c'era proprio alcun bisogno di parlare utilizzando queste parole.
L'effetto che suscitavano in me, ma anche nelle altre persone che erano in ascensore, visto gli sguardi che ci scambiavamo, era di una parlata forzata, coatta, una sorta di intercalare vuoto, ostentato, ma supportato da niente.
Sia chiaro, non ho niente contro chi parla una lingua straniera, però, il tutto deve avere un senso. Non si può parlare un italiano mediocre e rafforzarlo con termini stranieri.
Ma anche se si parla un buon italiano è inutile aggiungere tante parole straniere, ma forse chi parla un buon italiano, ne riconosce il valore, apprezza la bellezza, l'armonia delle parole e del suono e non sente il bisogno di ricorrere al continuo uso di parole di altre lingue.
Probabilmente sarò "antica", come dice il figlio della mia vicina alla madre, ma stasera vi presento un piatto della tradizione italiana, rivisitato.
Non è un "lunch", magari va bene per un "brunch" e decisamente non è "japàn". Il nome è poco esotico, ma la sostanza c'è e sono deliziosi.
Sto parlando dei calzoni, una ricetta tipica della nostra cucina, preparati con farina semi integrale 2 e farciti con radicchio tardivo, ricotta vaccina e parmigiano reggiano.
Preparati per un progetto al quale stavo lavorando un anno fa, prima della post produzione delle foto ho deciso che volevo preparare un altro piatto, non ero più convinta dei calzoni e le foto sono rimaste abbandonate in un cantuccio (o preferite se scrivo in un "corner"?) per molto tempo, fino a quando le ho riviste, ho deciso che si mi piaceva sia la ricetta (o recipe) che le foto (o pics).
Prima di scrivervi la ricetta, aggiungo che il radicchio l'ho stufato in padella con aglio, pepe ed erbe aromatiche e una volta raffreddato l'ho unito alla ricotta.
Inoltre, l'impasto l'ho preparato con lievito madre essiccato.
Calzoni semi integrali farciti con ricotta vaccina e radicchio tardivo
per l'impasto:
500 g. di farina semi integrale 2,
25 g. di lievito madre essiccato,
1,5 g. di lievito di birra,
15 g. di sale,
per la farcitura:
200 g. di ricotta di pecora,
un cespo di radicchio tardivo,
parmigiano reggiano,
erbe aromatiche (salvia, timo e rosmarino),
olio extravergine di oliva,
un aglio
pepe nero,
sale.
Setacciate la farina con il lievito madre essiccato su una spianatoia, unite il lievito di birra, il sale e aggiungendo mano a mano acqua tiepida, cominciate ad impastare. Proseguite fino a quando l'impasto risulta liscio, setoso, morbido ma non appiccicoso. Lavoratelo ancora qualche minuto.
Ponetelo in una ciotola capiente, copritelo con un foglio di pellicola o un canovaccio umido e fatelo lievitare per circa 8/10 ore.
Preparate la farcitura. Lavate e tagliate a striscette il radicchio. Riscaldate una padella, fate soffriggere l'aglio in 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, aggiungete il radicchio, un rametto di rosmarino, un paio di foglie di salvia, il timo. Salate, pepate e fate cuocere fino a quando il radicchio è morbido.
Ponetelo su un tagliere, fatelo raffreddare, tritatelo grossolanamente, quindi aggiungetelo alla ricotta, unite il parmigiano reggiano, il pepe, le erba aromatiche tritate e se la farcitura fosse troppo densa, un paio di cucchiai di acqua.
Lavora brevemente l'impasto per sgonfiarlo, pesatelo, suddividetelo in panetti di 150 g. Formate delle sfere e ponetele su una teglia ricoperta di carta forno, copritele con un canovaccio umido e fatele lievitare per circa 15 minuti.
Lavorateli con le mani, dategli una forma tonda, farcite metà, ricoprite con l'altra, chiudete bene e fate lievitare, coperti con un canovaccio umido per circa 20 minuti.
Cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per circa 15 minuti, o fino a quando risultano gonfi e dorati.
8 assaggi
Una fantastica ricetta , bellie sfiziosi i tuoi calzoni . Bravissima Giovanna . Un abbraccio, Daniela.
RispondiEliminaanche io sarò antica ma questo calzone mi piace assai e non lo baratterei con nessun cibo japan !!
RispondiEliminaMamma mia che bontà, golosissimi!
RispondiEliminache acquolina :) un abbraccio, buon week end
RispondiEliminaMa che spettacolo questi calzoni, il radicchio poi è da sempre un condimento che mi stuzzica tantissimo :) Un abbraccio
RispondiEliminaNon amo anch'io l'utilizzo di parole straniere quando ci sono quelle italiane. Sarò antica...
RispondiEliminaQuesti calzoni fanno venire l'acquolina, ci sono ingredienti che amo molto.
adoro i calzoni e con questo ripieno sono una vera goduria. Ottima idea!!!
RispondiEliminaChe fameeeeeeeeeeeeeee
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